“Il coronavirus è stato un buon affare”, in quattro ora finiscono a processo. Tra gli imputati il sorvegliato speciale Emolo, aveva trasformato l’azienda di pulizia d’auto in ditta per sanificazioni.
ANNA DE MARTINO – Quando i militari della Finanza, intercettando i telefonini degli indagati, lo avevano sentito dire “’sto coronavirus è stato proprio un buon affare” erano quasi sobbalzati sulla sedia. Nella mente degli investigatori una domanda si era fatta strada in fretta: come era possibile che nell’anno in cui il mondo soffriva e temeva di perdere tutto a causa di una pandemia killer, c’era chi pensava di arricchirsi. Quella frase, ossia “’sto coronavirus è stato proprio un buon affare”, intercettata e pronunciata da Salvatore Emolo, era diventata all’epoca delle indagini, nel 2020, l’emblema di un malcostume italiano e, con ogni probabilità, tornerà a far discutere, visto che a breve si aprirà il processo di primo grado davanti al Tribunale di Rimini. (…)
Articolo tratto da Corriere Romagna