Il Titano è ancora una volta tirato in ballo per il caso Banca Carim.
Corriere Romagna: «Vittime di una battaglia fra Italia e Titano» /
Gli ex del cda si difendono: «Puniti perché il Cis si è rifiutato di passare dati riservati»
RIMINI. «La nostra banca si è trovata al centro di una battaglia fra Italia e San Marino: un bombardamento a tappeto in cui Carim è stata la vittima. Il commissariamento è scattato quando il Cis, per ragioni di privacy, si è rifiutato di passare i dati riservati dei suoi correntisti alla Banca d’Italia». E’ palese il fastidio di Ulderico Vicini, ex membro del cda Carim e del cda Cis, quando si affaccia davanti alla platea degli azionisti.
«Le accuse di usura e riciclaggio – puntualizza – sono lontane dal vero, abbiamo pagato un’ingiusta sanzione: siamo stati espulsi dal campo per dei rigori inesistenti. Ma l’arbitro ha sempre ragione». (…)
Sono 13 gli iscritti a parlare. E
Vicini non è l’unico a pensarla così. Grandissime perplessità le esprime anche Gianfranco Vanzini ex consigliere di Banca Carim: “è stata commissariata una banca che in 9 anni ha fatto + 236% di raccolta diretta, +96% di raccolta totale, +121% di impieghi. La Banca d’Italia ci ha punito ancor prima di aver
letto le osservazioni degli ispettori solo perché il Cis non ha fornito i dati. Un provvedimento esagerato e inopportuno, che ha causato un crollo delle azioni e gravi perdite patrimoniali gravi». (…)
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