Referendum San Marino – Ue in Consiglio. Agenzia Dire

Referendum San Marino – Ue in Consiglio. Agenzia Dire

(Pezzo tratto liberamene
da La Dire Torre1)

REFERENDUM  SAN MARINO EUROPA: CIAVATTA  Gli sviluppi sul referendum pro-Ue  animano il primo giorno di Consiglio grande e
generale. Ad aprire  i lavori e’ il
segretario di Stato per gli Affari interni, 
Valeria Ciavatta, che interviene per chiarire le dichiarazioni  rilasciate ieri alla stampa. In caso di esito
positivo del  Referendum pro-Ue, e’ il
Collegio Garante, nella sua sentenza, a  dire
che non c’e’ vincolo per le istituzioni di proporre progetti  di legge o iniziative sulla base delle
richieste degli elettori.
     “Noi rispettiamo la sentenza dei
Garanti- spiega Ciavatta- ma  l’ordinamento
non puo’ essere forzato a tal punto da ritenere che  se il corpo elettorale approva il quesito
cio’ non crei alcun  vincolo per le
istituzioni”. Al contrario, “riteniamo che questa  ammissibilita’ crei dei vincoli e a maggior
ragione se si  pronuncia il corpo
elettorale- ribadisce- per tanto ci sentiamo 
tenuti a far qualcosa, non a non far niente”. Per prima cosa,  “quando saremo pronti”, chiarisce,
il congresso di Stato fara’ un  riferimento
al Collegio per sapere “se quanto gia’ fatto e’  un’attivita’ coerente alla richiesta del
referendum”. Quindi, il  Garante si
pronuncera’ se la valutazione svolta finora dal 
governo sui possibili scenari tra San Marino e Ue  possano   scongiurare la chiamata alle urne.
     In sostanza, “questo referendum si deve
comunque celebrare-  interroga l’Aula- o
se si applica la legge, che prevede la  possibilita’
di anticipare le sue richieste, e’ possibile 
prevenirlo?”. Parole che pero’ non convincono Giuseppe Maria  Morganti (Psd), che in un intervento
accalorato grida al “golpe”
  di Stato. “Non possiamo accettare-
manda a dire all’Aula- che  quanto fatto
da questo governo sia interpretabile come una 
risposta positiva al quesito referendario”  L’iter della consultazione puo’  essere interrotto “solo se- sostiene il
consigliere di  opposizione- l’esecutivo
domattina invia una lettera all’Unione  europea,
dicendo che San Marino vuole entrare a farne parte”.
  Mentre questo governo procede con
“strategie della piccola  politica”
per tentare di “diluire una domanda crescente nella  popolazione”.    

REFERENDUM  SAN MARINO EUROPA: OPPOSIZIONE      

Un lungo
monologo dell’opposizione 
assorbe quasi
interamente la prima giornata della seduta di 
novembre del Consiglio grande e generale. Suscitando anche la  reazione stizzita della maggioranza, che in
una nota condanna il  fatto che “in
un momento cosi’ difficile il Consiglio si 
trastulli negli interventi inutili. Ore e ore con lo stesso  contenuto: dal Consiglio dovrebbero venire
segnali piu’ concreti  di lavoro e di
responsabilita’”. E l’ostruzionismo 
dell’opposizione va avanti fino alle 18, quando i Capitani  Reggenti interrompono momentaneamente la
seduta per riunire in  tutta fretta
l’Ufficio di presidenza.
     Ma andando per ordine, fin dalla mattina i
rappresentanti  della minoranza
intervengono alla spicciolata su tutta una serie  di temi, evidentemente infastiditi
dall’ordine dei lavori che non  vede un
comma specifico sull’Unione europea. Ma anche dalle  dichiarazioni sul referendum rilasciate ieri
dal segretario di  Stato per gli Affari
interni, Valeria Ciavatta. E infatti il  consigliere
del Partito socialista riformista sammarinese, Paride  Andreoli, legge un ordine del giorno per
l’inserimento d’urgenza  di un comma ad
hoc sulla Ue nella seduta in corso. Cosi’ la 
seduta si interrompe e, spiegano alla ripresa i Capi di Stato,  “nonostante non ci sia urgenza, per
senso costruttivo viene messo  in
votazione l’odg”. La maggioranza qualificata necessaria non  viene raggiunta: l’odg viene respinto con 27
voti contrari e 25  favorevoli. Ma il
Patto perde per strada due voti, dato che i 
consiglieri presenti in Aula sono 29. 
  Interviene sul referendum anche Giovanni Lonfernini (Ddc),
per 
sottolineare la differenza di
atteggiamento del governo tra il  quesito
sull’Ue e quello sull’inalienabilita’ dei terreni. “Se su  questo terreno si vuole andare avanti per
forzature- manda poi a  dire- e’
inevitabile che la prossima stagione referendaria verra’  combattuta in maniera forte
dall’opposizione”.      Calca la mano anche Simone Celli (Psrs), per
sottolineare la  “scorrettezza del
governo” che ha mancato la promessa di inserire  un comma specifico per discutere le possibili
forme di  integrazioni con l’Ue. Il tutto
malgrado la novita’  dell’ammissione del
quesito referendario. “Ci saremmo aspettati  un atteggiamento piu’ responsabile e
coerente- conclude- ci vuole  maggior
rispetto dell’Aula consigliare”. 

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