Sulle ‘grandi opere’

Sulle ‘grandi opere’

Apprendiamo che il Governo si appresta ad iniziare la stagione delle grandi opere lasciata dal precedente esecutivo con notevoli investimenti, così tra poco inizieranno i lavori per la strada di fondo valle, i parcheggi all’ospedale, svincoli e rotatorie, tutte opere inerenti alla viabilità.
E’ sicuramente un problema non da poco e il paese, negli ultimi decenni, si è notevolmente cementificato con nuove costruzioni ed un consistente incremento della popolazione; tutto ciò naturalmente senza un coordinamento con un’inesistente programmazione della viabilità. Si è lasciata piena libertà alla speculazione edilizia senza prevedere e/o provvedere ad adeguate opere di urbanizzazione, così oggi ci troviamo ad affrontare i gravi disagi derivanti da un traffico sempre più caotico e pericoloso.
Nella vicina Italia le città soffocano sotto una coltre di metallo che, a causa degli scarichi nocivi rendono l’aria irrespirabile e dannosa per la salute ed oltretutto hanno una forte incidenza sul riscaldamento globale del pianeta.
Da noi, a livello di pianificazione territoriale non si è fatto praticamente niente per fronteggiare gli aumenti del traffico e oggi paghiamo il risultato di decenni di politiche a favore del trasporto su gomma e dell’auto privata.
Le polveri sottili (Pm 10) ed altri inquinanti, sono una grave minaccia per la nostra salute e sul nostro territorio vengono monitorate da un’unica centralina nei pressi della funivia di Borgo Maggiore (luogo davvero infelice per un controllo effettivo del disagio che abbia un valore territoriale), per cui la maggior parte dei cittadini non possono sapere l’effettiva qualità dell’aria che respirano.
Nella U.E., le sole automobili ad uso privato, sono responsabili di circa il 12% delle emissioni di CO2 e l’Italia è il paese europeo che ha il maggior numero di auto pro-capite (61 auto per 100 abitanti contro la media europea di 46). Da noi il rapporto è molto più alto, dal Bollettino di Statistica risultano esserci circa 100 auto ogni 100 residenti (naturalmente compresi gli anziani e i bambini).
Occorrono iniziative ed investimenti in più direzioni: maggiore cultura di che cosa comporta una mobilità non rispettosa dell’ambiente, far comprendere a tutta la popolazione che non c’è sempre bisogno dell’auto anche per percorrere poche centinaia di metri (fra l’altro camminare un po’ fa tanto bene alla salute!), incentivare di più l’utilizzo di mezzi a basso impatto ambientale (qualche anno fa una nostra Istanza d’Arengo in materia è stata respinta…); rendere più efficienti i servizi e/o le modalità di trasporto collettivo e pubblico, realizzare percorsi pedonali, marciapiedi e piste ciclabili che colleghino il paese coi maggiori punti di aggregazione, creare nuove aree pedonali che fungano anche da luoghi di aggregazione sociale: le piazze non possono essere solo parcheggi e non è certamente il massimo che le “nuove piazze” siano diventati solo ed esclusivamente i “centri commerciali” .
Bisogna fermare il consumo del territorio ed intraprendere una politica a favore del verde che oltretutto produce ossigeno e purifica l’aria.
Abbiamo molti timori per l’avvento delle future “grandi opere”, perché sono concrete le possibilità di alterare ulteriormente le condizioni di vivibilità in alcune aree del Paese che attualmente non sono certamente ottimali; si pensi alle zone adiacenti alla superstrada ove risiede circa il 70% della popolazione e le problematiche di un castello come quello di Serravalle dove fra residenze, industrie e attività commerciali la situazione è già in buona parte compromessa. Cogliamo l’occasione per chiedere pubblicamente alle Autorità di procedere, sì con nuovi investimenti, ma con una notevole attenzione alla loro sostenibilità ambientale e soprattutto dialogando con le popolazioni interessate e le giunte di Castello. La mancanza di una programmazione ed una progettazione generale territoriale sta velocemente scivolando verso la degenerazione del sistema viario e infrastrutturale in maniera talmente devastante che, se non si interviene “subito”, potrebbe non essere più possibile metterci mano in maniera soddisfacente. Se la politica non si muove, allora si mobilitino i cittadini per costringere chi deve o dovrebbe fare, a prendere gli opportuni e urgenti provvedimenti; basta con l’improvvisazione di mega-opere sganciate dal sistema territoriale e avanti con la progettazione globale del Paese.

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