Pier Roberto De Biagi analizza su Nq Rimini San Marino il panorama politico sammarinese alla luce degli ultimi avvenimenti ed in particolare dei rapporti instauratisi fra Dc e Psd e fra Dc e Pss.
(…) Tutti insieme (o quasi) dunque. Non proprio appassionatamente! Uno sgabello per AP e una poltroncina per il Partito Socialista senza aggettivi, che se non altro un alluce nella maggioranza ce l’ha. Perché negarglieli, considerato che anche a loro l’esperienza su questo versante non manca?
Ma AP, dicono i soliti corvi maledetti, nemmeno ci pensa di mettersi al fianco del sodalizio Andreoli-Casali. Non fosse altro perché il secondo deve espiare l’onta di qualche smarcamento di troppo su giustizia e corpi di polizia. Però, per un altro verso, si racconta che l’intesa fra democristiani e quel che resterà del PSD, dalla quale AP non sarebbe naturalmente esclusa, risulterebbe indigeribile ad alcune minuterie del Patto, sintonizzate sul PSS del suddetto sodalizio o comunque intrinsecamente allergiche al PSD.
Con Sinistra Unita, benché data in prepotente impennata elettorale, nessuno – chissà perché – sembra volersi imparentare, mentre l’UpR pare ancora avvolta da una patina di diffidenza e di pregiudizio, che potrebbe però essere scrostata non appena qualcuno fosse costretto a fare di necessità virtù.
Sarà così?
Il groviglio non è per niente facile da dipanare: il fuorigioco della politica è ormai plateale, i divieti trasversali si moltiplicano, il backstage è straripante solo di comparse, il “ceto medio riflessivo” è contumace.
Si muovono – o almeno ci provano – i cittadini e la “rete”.
Nel tentativo generoso di salvare la Repubblica. Soprattutto da chi, con un nuovo Solimano alle porte, continua a discutere del sesso degli angeli.