Gli effetti della pandemia da Covid-19 hanno reso evidenti le lacune dei modelli di welfare dei paesi sviluppati e hanno posto il mondo intero di fronte alla necessità di prendere seriamente in considerazione gli appelli lanciati, nel recente passato, rispetto alla copertura sanitaria universale, all’equità di accesso ai servizi sanitari, ilrapporto tra salute umana e benessere ambientale ed animale e la prevenzione primaria.
Di questi temi si è parlato nell’88a sessione generale annuale dell‘Assemblea mondiale dei delegati nazionali presso l’Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE) in corso da lunedì 24 fino alla giornata odierna. San Marino ha partecipato all’annuale meeting che, causa pandemia, si è tenuto su piattaforma on line con il suo delegato il dott. Antonio Putti, attuale Responsabile dell’UOS Sanità veterinaria e Igiene Alimentare facente capo al Dipartimento Prevenzione dell’ISS.
“Il periodo di lockdown – sottolinea il dottor Putti – è servito per sviluppare una riflessione di tipo nuovo sulle sfide epidemiologiche e sulle relative conseguenze degli assetti organizzativi sanitari e sociali, soffermandosi in modo particolare sul tema della prevenzione, in un’ottica di One Health, l’approccio eco-sistemico che tiene conto in maniera integrata dei rischi connessi ai fattori di origine ambientale ed antropica e dei rischi globali delle pandemie”.
L’approccio One Health, a livello dei paesi più sviluppati, è stato fino ad oggi applicato principalmente alla salute animale, alla sicurezza degli alimenti, alle epidemie zoonotiche e all’antibiotico-resistenza. Alla luce degli attuali scenari, emerge dall’Assemblea OIE, va preso in più attenta considerazione anche per quanto riguarda l’inquinamento delle risorse naturali e la distruzione della biodiversità, la progettazione urbana e la pianificazione territoriale, produttiva e dei trasporti. Un cambio di paradigma che riconosce come la salute umana, la salute animale e la salute dell’ecosistema siano legate indissolubilmente.
L’OIE infatti sostiene l’approccio One Health, come un mezzo collaborativo e inclusivo per controllare la sanità pubblica e animale a livello mondiale. I Servizi Veterinari quindi rivestono un ruolo fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo. Combattere tutti i patogeni zoonosici controllandoli a livello della loro fonte animale è la soluzione più efficace e la più economica per proteggere l’uomo.
Per quanto riguarda l’attività in territorio, nonostante l’emergenza pandemica, non si è mai fermata l’attività del servizio. Sono stati oltre 30 i piani di controllo attuati nell’ambito della sorveglianza e profilassi delle malattie infettive e diffusive nelle strutture zootecniche e quasi 2300 gli esami sierologici, le prove intradermiche, esami entomologici ecc. compiuti, coinvolgendo la totalità dei capi presenti nelle strutture zootecniche che fanno segnare un incremento del 20% rispetto al 2019. Non sono mancate, infine, le visite ispettive negli allevamenti e neppure l’attività di controllo sulle popolazioni canina e felina e sulla fauna selvatica.
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