Eugenio Scalfari, domenica mattina, ha anticipato che nell’Agenda di Mario Monti in primo piano ci sarebbe stata la lotta alla corruzione.
Così è stato. Nei primi cento giorni del prossimo governo italiano è previsto il varo di una legge specifica in materia.
San Marino deve sentirsi direttamente coinvolto. Troppo spesso italiani corrotti si sono serviti del sistema economico sammarinese in combutta o no con la malavita organizzata, approfittando della depenalizzazione di certi reati fiscali e societari introdotta a metà degli anni Novanta.
Inoltre si è aggiunto, a livello internazionale, il ritardo nell’adesione al Greco, il gruppo degli Stati del Consiglio d’Europa che lottano contro la corruzione.
San Marino deve ancora scegliere da che parte stare. Nell’ultima sessione consiliare si sono avuti due segnali opposti. Il primo, in ordine cronologico, è stato (nonostante il disastro dei conti pubblici) il no al recupero dei crediti dello Stato verso le banche, il versamento della monofase, le multe in edilizia, eccetera. Il secondo, l’emersione dei beneficiari effettivi delle banche e delle finanziarie.
Quale dei due prevarrà?
Di certo la lotta alla corruzione a San Marino deve ancora cominciare. Ad esempio, quelle modifiche al codice penale introdotte a metà degli anni Novanta sono ferite (ancora aperte) alla credibilità del Paese.