Le dichiarazioni odierne rilasciate a Patrizia Cupo di Corriere Romagna San Marino da Claudio Felici, Segretario di Stato alle Finanze, o da Gerardo Giovagnoli ad Antonio Fabbri di L’informazione di San Marino, sono illuminanti: ancora soldi dello Stato erogati senza alcuna previsione di recupero e senza nemmeno che si sappia chi sono i beneficiari.
I politici della Repubblica di San Marino stanno affondando il Paese, praticamente senza alcuna reazione da parte della società civile.
Lo dimostra la esclusione, come Stato autonomo, dal Sepa. Esclusione avvenuta sulla base di passi di testi convenzionali internazionali approvati dal Consiglio a larghissima maggioranza, se non all’unanimità (per la trattativa con Fini, a suo tempo, qualcuno ha proposto l’avvio di un procedimento per alto tradimento).
Lo dimostra il silenzio di fronte a pubblicazioni come “L’onere della toga” o “San Marino Spa” .
Soprattutto lo dimostra l’asservimento ai poteri forti per cui lo Stato viene costretto a imporre nuove tasse pur di non recuperare quanto potrebbe recuperare: ad esempio in monofase non versata, in somme erogate alle banche non restituite.
In sostanza verrebbe da convenire con chi è andato sostenendo (in riferimento alla ispezione Greco) che la lotta alla corruzione in questo Paese, imbevuto di malavita italiana, deve ancora cominciare.
A San Marino chi critica il governo è nemico della patria. Renzo Bonelli. Ed è processato