Antonio Fabbri, L’Informazione di San Marino: Atto k, soldi terrorismo islamico “Fingestus era stata avvisata” / Nuovi particolari dal documento redatto dall’ex investigatore del Cio che elenca una serie di conti cifrati tra cui quello dell’industriale siriano
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Si legge nel memoriale: “E’ di
mia conoscenza – dice l’ex investigatore
del Cio Salvatore Vargiu
– dell’utilizzo della fingestus
s.a. di San Marino, facente
parte del Gruppo Karnak, ora
Biholding Spa, (Bianchini Holding)
utilizzata come cassaforte
e società di raccolta e transito
di denaro riciclato da imprese
e soggetti italiani e stranieri
depositato ed investiti tramite
conti “cifrati” presso la Banca
Agricola Commerciale”.
Bac ha già, in altra occasione,
disconosciuto i fatti narrati nel
memoriale K.
[…]
Si nomina
nell’Atto K un “non
meglio identificato industriale
siriano, operativo nel settore
immobiliare e finanziario, che
depositava in Fingestus, come
prima operazione circa 150milioni
di dollari; da informazioni
riservate sul conto del predetto
siriano, risulta sospettato e segnalato
come persona che con
le sue attività, finanzia ed appoggia
il terrorismo islamico”.
Ma la cosa inquietante, stando
all’Atto K, non è solo la presunta
vicinanza al terrorismo del
soggetto che versava i soldi, ma
anche il fatto che la finanziaria,
stando sempre al documento redatto
dall’ex investigatore della
Cio Salvatore Vargiu, fosse al
corrente dei dubbi pendenti sul
siriano.
“Con Fingestus – prosegue infatti
l’Atto K – vi erano accordi
per varie tranche di svariati milioni
di dollari. Fingestus veniva
avvisata della personalità e
dei sospetti del soggetto”.
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