Taglio del 30% agli insegnanti, l’Aula si scalda sugli emendamenti
L’Esecutivo contestato anche dai banchi della maggioranza da dove alcuni si dicono costretti a intervenire quando dal governo dice, di fatto, che con la didattica a distanza professori e maestri lavorerebbero meno
ANTONIO FABBRI – Il Segretario Federico Pedini Amati ha dovuto cercare il significato della parola “succedaneo”, usata dal consigliere Fernando Bindi per indicare la modalità di lavoro sostitutiva degli insegnanti in regime di quarantena, che devono fare lezione on-line anziché frontale; il Segretario all’Istruzione Andrea Belluzzi non pare avere ancora ben chiaro come stiano lavorando gli insegnanti, e dice che è stata loro chiesta “una prestazione pari alla metà dell’attività svolta in presenza”. Pedini Amati, che si dice circondato da insegnanti, sostiene invece che stanno lavorando di più. Ma resta il fatto che hanno avuto una decurtazione del 30%. Il Segretario agli Interni, Elena Tonnini dice che il loro monte ore è inferiore e “la qualità, nonostante l’impegno che va riconosciuto agli insegnanti, non è la stessa dell’insegnamento in presenza, perché lo strumento telematico non può sostituire il rapporto diretto con lo studente”. Ergo, stanno lavorando meno. Sempre Pedini Amati dice però che nessun Segretario ha detto che gli insegnanti stanno lavorando di meno. (…)
Articolo tratto da L’informazione
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