Andrea Rossini. Corriere Romagna: “Centro Pio Manzù” in vendita: offresi una “poltrona” all’Onu / Il liquidatore: «Salvatori solo a parole: nessuno ha risposto alla mia lettera». Archivio fotografico, documenti e opere a rischio oblio come il fondatore.
RIMINI. A parole, all’indomani dello scioglimento dell’associazione “Centro ricerche internazionali Pio Manzù”, tutti dicevano di voler salvare se non il sogno del fondatore Gerardo Dasi (morto a 90 anni il 12 ottobre 2014) almeno l’archivio. In realtà se ne sono sbattuti, e continuano a fregarsene, come conferma la fonte più autorevole in materia: il commercialista Bruno Valcamonici. Al professionista, infatti, dopo la decisione da parte dei soci di chiudere i battenti (gennaio 2016) furono affidate le pratiche dello scioglimento e della liquidazione. E a lui spetta il compito di mettere in vendita quel che resta (e come vedremo non è poco) del “Centro Pio Manzù”. Dopo le perizie sui beni Valcamonici ha inviato una lettera a Comuni, enti pubblici, musei, associazioni, per sollecitare manifestazioni di interesse. (…)