Romeo Morri, Popolari Sammarinesi, ritorna a presentare in Consiglio un ordine del giorno sul casinò uguale nella sostanza a quello presentato sempre da Morri ed approvato dal Consiglio Grande e Generale nella seduta del 23 febbraio 2006.
Con detto ordine del giorno, dice Morri, al governo della Repubblica di San Marino ‘si imponeva il recupero del diritto di esercizio ad una casa da gioco riprendendo la trattativa internazionale con l’Italia ‘.
Avuta notizia di tale ordine del giorno l’Ambasciatore d’Italia a San Marino Fabrizio Santurro
si premurò di contattare i Segretari di Stato agli Affari Esteri, Fabio Berardi, e alla Finanze, Pier Marino Mularoni, i quali sostennero – a quanto si legge in un documento del Parlamento Italiano – che tale ordine del giorno non poteva essere ritenuto valido in quanto approvato non con 31 voti, ma solo con 22 voti (contro 13 no, 4 astenuti ed 1 non votante).
Ora Morri con un altro ordine del giorno chiede che la deliberazione del Consiglio presa il 23 febbraio 2006 sia esecutiva.
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