REAZIONI A LETTERA MONTI, COMUNE URGENZA DI USCIRE DA BLACKLIST
L’opposizione frena gli entusiasmi sulla corripondenza tra il presidente del Consiglio italiano,
Mario Monti, e la reggenza di San Marino. Durante il suo intervento davanti al Consiglio grande e generale, il consigliere Alessandro Mancini, del gruppo Socialista riformista sammarinese, preferisce “usare cautela nel valutare la lettera”. Il passaggio centrale e’ quello legato dalle condizioni dettate dall’Italia per la firma della convenzione, legata alla ratifica del
protocollo di modifica del doppio controllo fiscale, per cui “prima dovra’ essere dimostrato quello che abbiamo detto- spiega Mancini-, dobbiamo dimostrare con i fatti il nostro cambiamento.
Il nostro esame non e’ per niente finito. Tutto fa pensare che saremo sotto osservazione per tanto tempo ancora”.
La firma del protocollo e’ fondamentale anche per Unione per la Repubblica (Upr), il cui consigliere Pier Marino Menicucci ha sottolineato come San Marino “non possa vivere senza il rapporto con l’Italia, per motivi naturali, storici, morfologici. Mi auguro che l’accordo venga firmato e poi ratificato”. La firma viene letta come “una luce in fondo al tunnel, ma
l’attraversamento del tunnel e’ stato molto arduo. Il sistema economico non e’ piu’ lo stesso di due anni fa- prosegue Menicucci-, ma anche quello delle imprese si e’ modificato in
peggio rispetto a non troppo tempo fa”. Il principale problema viene identificato con la permanenza nella blacklist della repubblica di San Marino, perche’ “comporta delle problematiche che sono enormi”. Per cui “come Upr noi non remiamo assolutamente
contro- conclude il consigliere-, e auspichiamo che gli accordi possano essere fatti e che non siano tardivi”.
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