UNAS E USC CHIEDONO CONFRONTO CON SEGRETARIO DI STATO VALENTINI
Con questa riforma fiscale si rischiano di affossare le piccole e medie imprese dei settori
dell’artigianato e del commercio. Per questo le associazioni che le rappresentano, Unas e Usc, hanno chiesto oggi un incontro con la segreteria di Stato per le Finanze. Due le richieste avanzate: una pressione fiscale uguale per tutti a parita’ di reddito e
niente imposte per redditi non percepiti.
Le due associazioni lanciano dunque, in una nota, “un grido d’allarme: nella sostanza solo le piccole imprese individuali subiranno il peso di una riforma lontanissima dal concetto di
equita’”, che invece si basa “sull’equilibrio e imparzialita’ dello Stato nel richiedere ai singoli contribuenti imposte e tasse sulla base della soggettiva capacita’ contributiva”. Cosi’
com’e’, invece, nel nuovo fisco alcuni redditi, quelli dei lavoratori dipendenti, “di fatto non sono mai tassati”, mentre quelli di artigiani e commercianti devono fare i conti con una
minimum tax da almeno 2.000 euro e con il “presupposto di tassare anche eventuali redditi inesistenti o risicati, possibili specialmente nelle imprese senza dipendenti o legati ad una
imprenditoria femminile complementare alla responsabilita’ di gestire anche una famiglia”.
Secondo Unas e Usc “il reddito d’impresa delle persone fisiche non puo’ essere omologato al reddito di capitale delle societa’” altrimenti “la riforma tende a far considerare grandi le piccole
imprese”.