Democrazia diretta attraverso i referendum, Lazzaro Rossini

Democrazia diretta attraverso i referendum, Lazzaro Rossini

Oggi è il 2011, 1711 dalla fondazione della Repubblica, 105 dalla fine dell’oligarchia, 10 anni dall’attacco alle torri gemelle e i ragazzi del ’93 alle prossime elezioni voteranno per la prima volta.
Ragazzi che sono nati e vissuti in un paese intento a dirigere la sua economia e la sua società verso la deriva in cui ci troviamo oggi, ragazzi che non hanno mai visto fuori dalla finestra un paesaggio senza gru o cantieri edili, ragazzi cresciuti in una società basata sui privilegi del potere e non sui diritti della democrazia.
Negli ultimi 20 anni, il nostro paese ha spalancato le porte ai soldi facili da quelli dell’evasione a quelli del riciclaggio delle organizzazioni malavitose.
Era così facile fare soldi in questo modo che l’altra via, quella delle imprese serie, quella della produzione di capitali veri, quella dell’eccellenza e della cultura, quella che ci avrebbe permesso di rafforzare realmente la nostra economia e soprattutto la nostra sovranità, era troppo difficile ed incomprensibile per delle menti senza prospettiva.
In quegli anni non c’era bisogno di essere dei geni per governare, arrivavano un sacco di soldi con cui accontentare tutti, amici, clienti, gregari o semplici elettori, non era neanche il caso di domandarsi troppo da dove arrivavano d’altronde: “a palazzo sapranno ciò che fanno” e con questa scusa la maggioranza degli elettori sammarinesi ha fatto l’errore più grande, li ha lasciati fare! Premiando di volta in volta i personaggi più abili di questo modo di fare.
Non m’interessa l’estratto conto di 20 anni fa confrontato con quello attuale di questi personaggi, quello che è inaccettabile è che non hanno dedicato neanche una piccola percentuale delle loro energie e di questa immensa fortuna a costruire qualcosa di solido che rimanesse alla collettività anche dopo il loro passaggio, tutto sacrificato e sperperato sull’altare degli immediati interessi privati di amici, clienti, gregari o semplici elettori.
Credo che non ci siano più scuse ormai, se veramente amiamo il nostro paese e vogliamo dare un minimo di speranza alle nuove generazioni che hanno visto solo questo tipo di paese, abbiamo il dovere di uscire allo scoperto, abbiamo il dovere di mettere da parte le nostre differenze, ingaggiando una battaglia a viso aperto contro questa moderna oligarchia che ha distrutto il nostro paese.
La politica, troppo impegnata su questioni o costituenti che in questo momento non interessano nessuno, o a eleggere il personaggio simbolo di questi ultimi 20 anni alla carica più alta della Repubblica, ha ampiamente dimostrato che non è in grado di farlo, dunque va semplicemente scavalcata!
Siamo un Paese di poco più di 30.000 anime, possiamo permetterci una Democrazia Diretta, come è successo lo scorso 27 marzo possiamo fare in modo che 30.000 persone valgano più di 60, prendendo esempio dalla Svizzera, possiamo volere un iter referendario più semplice, per ricordare e ricordarci che le nostre radici non sono nell’oligarchia ma nell’Arengo, possiamo formare un movimento civile che persegua tutto questo, possiamo chiamarlo Movimento 25 Marzo.
 
Lazzaro Rossini

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