Giulia Foschi, La Repubblica: arresto Daniele Balducci,

Giulia Foschi, La Repubblica:  arresto Daniele Balducci,

La Repubblica

 

Corruzione, arrestato segretario
dell’Ordine commercialisti di Rimini

Daniele Balducci, conferma la Finanza, è accusato anche di peculato, interesse privato negli atti di fallimento e frode fiscale. Emesse cinque misure cautelari e sequestrati beni mobili e immobili per 4,4 milioni di euro

Giulia Foschi

Finisce in manette con le accuse di corruzione in atti giudiziari, peculato, interesse privato negli atti di fallimento e frode fiscale uno fra i più noti professionisti riminesi. Si tratta, conferma il colonnello Mario Venceslai comandante della Guardia di Finanza di Rimini, “di Daniele Balducci, segretario dell’Ordine dei commercialisti”. L’operazione, denominata “Giano”, ha portato all’arresto di cinque persone, delle quali due in carcere, e al sequestro di trentuno immobili, sette autoveicoli e motoveicoli e di investimenti in titoli, fondi, gestioni e certificati di deposito presso nove istituti di credito per un valore complessivo di 4,4 milioni di euro.

Balducci, sfruttando la sua posizione e il ruolo di pubblico ufficiale, che rivestiva in quanto curatore di procedure fallimentari al Tribunale di Rimini, secondo l’accusa si è appropriato delle risorse finanziarie destinate appunto alle procedure fallimentari. Il commercialista agiva in diversi modi, dal semplice versamento del denaro sul proprio conto corrente oppure a una società immobiliare di cui era proprietario, fino a complesse operazioni gestite tramite la sua società di recupero crediti, la Gestcredit Romagna, creata appositamente per portare avanti gli illeciti. La Gestcredit era intestata a un prestanome, un muratore albanese arrestato nel 2009 per spaccio di droga e al momento irreperibile, ma, in realtà, veniva gestita direttamente dal professionista, che la utilizzava per fatturare operazioni di fatto inesistenti, finalizzate all’evasione delle imposte di alcuni clienti.

Non solo: Balducci avrebbe anche ricevuto somme di denaro da due persone ora agli arresti domiciliari, R.O. e C.G., rispettivamente amministratore di fatto e legale rappresentante di una società in fallimento. Inoltre, il professionista realizzava atti del Tribunale completamente falsi e contratti fasulli di consulenza aziendale per giustificare i flussi finanziari derivanti dal denaro ricevuto dai due corruttori.

“Calcoliamo che in tre-quattro anni, Balducci si sia impossessato di denaro per il valore di circa un milione di euro”, ha precisato il colonnello Venceslai. “Un fatto incredibile, la cui gravità è legata alla condotta virtuosa messa in atto dal professionista, noto e davvero molto stimato anche in ambito istituzionale, tanto che si decise di affidargli questo incarico presso il Tribunale proprio in virtù della fiducia incondizionata che veniva riposta in lui”.

Le indagini, durate sei mesi, coordinate dal Sostituto Procuratore Davide Ercolani e condotte dal Nucleo di polizia tributaria di Rimini, con oltre quaranta militari coinvolti nell’operazione, si sono svolte attraverso analisi bancarie, testimonianze
dirette, contabili e documentali, osservazioni e pedinamenti e accertamenti economico–patrimoniali. I reati ipotizzati a carico degli indagati sono, a vario titolo e in concorso, interesse privato del curatore negli atti del fallimento, peculato, corruzione in atti giudiziari, falsità materiale in atto pubblico, riciclaggio, frode fiscale attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

L’Ordine commercialisti: ci tuteleremo. “L’ordine dei commercialisti e degli esperti contabili della provincia di Rimini ha appreso questa mattina dell’arresto di un collega. Le accuse sono gravissime e circostanziate, ci auguriamo che nei prossimi giorni il dottore commercialista spieghi se e quale ruolo ha avuto nell’indagine coordinata dalla procura”, scrive l’organismo in un comunicato. In ogni caso, continuano i professionisti, “il Consiglio stasera si riunirà per prendere immediatamente, alla luce del regolamento interno, ogni decisione utile a tutelare l’immagine dell’ordine, della professionalità di centinaia di colleghi che sul territorio svolgono ogni giorno il loro lavoro nel rispetto delle leggi e del codice di deontologia professionale, che impone innanzitutto buona fede, correttezza, lealtà e sincerità”.

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