Mancano cuochi e camerieri: gli hotel chiudono la cucina. Rinaldis (Aia): “Gli albergatori, privi di manodopera disponibile, hanno dovuto eliminare la pensione completa, perfino la mezza pensione, e limitare l’offerta al solo pernottamento con prima colazione”
ADRIANO CESPI – La carenza di personale è un problema serio per il comparto turistico riminese. Sentito. Da vera e propria emergenza. Cuochi, camerieri, barman, pulizia camere: figure professionali introvabili, quasi sparite dalla circolazione, lavori che sempre meno gli italiani intendono fare. Commenta preoccupata la presidente dell’Associazione albergatori riminesi (Aia), Patrizia Rinaldis: “È proprio così: siamo ormai all’Sos. Gli italiani non vogliono più fare questi lavori, stagionali o annuali che siano. E non per stipendi non consoni o per orari assurdi, come sostiene qualcuno. Ma perché questi impieghi non piacciono più. Sapete cos’è successo qui a Rimini? Che davanti ad una vera e propria invasione come quella degli alpini per la loro Adunata, gli albergatori, privi di manodopera disponibile, hanno dovuto eliminare la pensione completa, perfino la mezza pensione, e limitare l’offerta al solo pernottamento con prima colazione. E questo, ribadisco, proprio per sopperire alla mancanza di personale. Insomma, pur di garantire al cliente la qualità del servizio, si è preferito ridurre fatturato e guadagni. Questa – denuncia amaramente la Rinaldis – è la cruda realtà in cui versa un settore, quello turistico appunto, fiore all’occhiello della nostra economia e che, prima della pandemia, rappresentava il 13% del Pil nazionale”. (…)
Articolo tratto da Corriere Romagna