Concorsi e promesse, il caso del Dirigente dell’Ufficio Industria. Civico10

Concorsi e promesse, il caso del Dirigente dell’Ufficio Industria. Civico10

Verrebbe da ridere, se non ci fosse da piangere, leggendo la risposta della Segreteria agli Affari Interni al nostro comunicato di pochi giorni fa con cui segnalavamo le criticità e discrezionalità che ancora permangono nel processo di assunzione dei dipendenti pubblici.

Spettacolare è il passaggio in cui si garantisce che da ora in poi tutti i posti saranno coperti tramite concorso, soprattutto se paragonato alla situazione paradossale che si sta verificando per selezionare il nuovo Direttore dell’Ufficio Industria.

Mentre gli Interni garantiscono concorsi, il Paese continua ad avere a che fare con bandi di selezione per titoli e colloquio. Anche per ricoprire ruoli importanti come quelli dirigenziali.

Una modalità questa, come abbiamo già avuto modo di ribadire, che lascia ampia discrezionalità alla Commissione esaminatrice, che dovrà verificare – tramite un semplice colloquio – requisiti estremamente generici come la “buona conoscenza dei principali programmi informatici” o la “conoscenza della lingua inglese”.

Se vogliamo una PA più efficiente e funzionale le metodologie di selezione del personale devono risultare più stringenti. Alzare l’asticella in ingresso significa selezionare personale più qualificato. Condurre poi la selezione tramite concorso pubblico garantisce certamente una minore discrezionalità rispetto ad un semplice colloquio orale che, sommato ai requisiti liberamente interpretabili citati precedentemente, può lasciare ampio spazio ai dubbi.

Nel caso del Direttore dell’Ufficio Industria, peraltro, pare si sia venuta a creare la situazione decisamente poco ortodossa di un appartenente alla Commissione esaminatrice che è passata di punto in bianco ad essere un candidato da esaminare, da parte di quei Commissari con cui avrebbe dovuto lavorare fianco a fianco.

Continuiamo a ripetere che se si vuole cambiare la Pubblica Amministrazione, ma soprattutto la percezione che i cittadini hanno della Pubblica Amministrazione come luogo di clientelismo politico e assunzioni discrezionali, se si ritiene che sia “necessario introdurre nuove e comprovate professionalità nella PA”, non è certamente mantenendo questi livelli di discrezionalità il modo più corretto per farlo.

Civico10

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